cosa insegnano i genitori

Qualche giorno fa ho trovato un video di una psicologa alle prese con una narrazione sui genitori , o per meglio dire una elencazione delle crisi che attanagliano la “genitorialità moderna”. La definizione genitorialità moderna la sto introducendo in questo momento per fare una sorta di generalizzazione. Comunque nel video venivano indicate: la difficoltà a gestire i propri ruoli, l’insufficiente autorevolezza, l’uso regole poche e poco chiare, i figli e le figlie lasciat* allo sbaraglio, travolt* dai propri desideri/bisogni che i genitori rincorrono, cercando invano di soddisfarli tutti.  Come genitrice moderna, e ancora facente parte della categoria, non posso permettermi … Continua a leggere cosa insegnano i genitori

Il tempo della Pausa

Le vacanze natalizie permettono lo spazio/tempo della sosta, il tempo necessario perchè a ciò che è accaduto, e abbiamo vissuto, pensato, scelto, agito nel corso di un anno e che è stato scandito dagli orari delle nostre agende, possa depositarsi sul fondo. Si cambia il calendario, l’agenda, si festeggia il passaggio tra gli anni, si progetta in qualche modo il “la da venire”, si soppesa l’accaduto dandogli valore. In questo caso, ciò che sto misurando é un anno “vissuto”, non solo a causa del Covid – 19, in modo poco pensato, e non dico a livello personale. Certo questa pandemia … Continua a leggere Il tempo della Pausa

senza domanda – saper stare (a scuola)

SOOTOTITOLO: contesti diversi e di quella domanda che non viene centrata fino in fondo.  Nel corso del Worksop tenuto da me e Anna Gatti di Metas, nella cornice della collaborazione che abbiamo in essere con l’Università degli Studi di Milano Bicocca per i Tirocini Formativi e Orentativi della C.d.L Magistrale di Scienze Pedagogiche dell’Università Milano Bicocca abbiamo incontrato alcune studentesse e studenti con cui abbiamo affrontato il tema della rilevazione dei bisogni sociali emergenti. Grazie a loro abbiamo raccolto alcune osservazioni concordanti sui bambini e sulle bambine, frequentanti i diversi ordini di scuola, dal nido alle secondarie di primo grado, … Continua a leggere senza domanda – saper stare (a scuola)

Senno, senso, e narrazioni collettive

Ho un dovere narrativo verso alcune professioniste che ho incontrato nei cicli di supervisione Metas di quest’anno, perciò voglio di restituire pubblicamente un aspetto prezioso, accolto in questo spazio generativo di cura attorno ai pensieri professionali, già pensati o da pensare. Ecco quanto. Ci sono servizi socio educativi e sociosanitari che hanno dovuto continuare a rimarcare confini netti alle possibilità di incontro, alla libertà di azione, o al ritrovamento tra corpi, affetti significativi, della propria utenza; mentre attorno tutta una parte di mondo si è mosso e si è narrato come nuovamente pronto alle riaperture. Un mondo, spesso rapido nel … Continua a leggere Senno, senso, e narrazioni collettive

Scritture educative professionali

La scrittura professionale delle educatrici professionali e degli educatori professionali è ancora un capitolo sconosciuto ai più, almeno quanto lo è la professione stessa, rappresentata o misconosciuta attraverso una serie di stereotipi. Ma la scrittura può aprire questo sipario e mostrare il senso collettivo che questa professione genera e apre, non solo a livello interprofessionale ma anche nella autorappresentazione che si porge alle professioni limitrofe con cui l’educare professionale si interconnette. Questi sono esempi di ciò che può essere la scrittura professionale: 1. Si può esplorare un tema, che tocca le corde dei significati che attribuiamo attorno ad esso, mostrando … Continua a leggere Scritture educative professionali

In maschera

Anche parlare di educazione non può più prescindere dal Coronavirus, è necessaria una distillazione della esperienza che comporta vivere e agire tenendo conto del virus, anche nel modo in cui guardiamo al nostro lavoro. Inizierei dal corpo, primo motore dell’esplorare, dell’incontrare il mondo, nelle interazioni con gli altri, è e sa prima della nostra consapevolezza, della nostra elaborazione. Sta a noi provare a comprendere e tradurre. Il corpo è mediamente trasparente e diretto nel comunicare, nell’agire comunicazioni, che oltrepassano le parole, che arricchiscono e completano. Un dato che ci serve nel lavoro, a maggior ragione che la convivenza con il virus … Continua a leggere In maschera

State distanti

Abbiamo da fermarci, e non solo per stare distanti, per meglio comprendere come (non solo quale) sia la distanza che dobbiamo praticare nel lavoro educativo. Noi, educatrici ed educatori professionali e pedagogisti come viviamo, cogliendola ogni giorno, la prossimità? Quale sensazione che ci rimanda il corpo quando un corpo altrui entra nel nostro spazio vitale? Come suonano i nostri passi che “vanno verso? ….? Ci piace attendere l’avvicinarsi di coloro che amiamo, un gesto che ci rende prossimi? Ci turba ogni folla che preme, attorno a noi, quando siamo costretti a frequentarla; amiamo gli ingorghi stradali quando sciolgono la tranquillità … Continua a leggere State distanti

Liberi di raccontare

Oggi parlavo ad una utente dell’essere adulti, e del poter raccontare di cose adulte, per non sentirsi prigioniere dei propri limiti. Fisici, ma anche mentali. Le raccontavo che noi umani non siamo esseri magici, o divinità, capaci di fare guarire o preservare dalla morte le persone amate. Che ognuno fa i conti con i limiti, ognuno si consegna al potere degli altri, medici, terapeuti, curatori, operatori, si consegna alla propria fisiologica impotenza. La disabilità non è certo l’unica forma che la vita ci oppone per calarci nella vita reale. E allora come se ne esce da questa impotenza che blocca? … Continua a leggere Liberi di raccontare